Quando considero le festività del nostro paese, lo faccio attraverso molteplici aspetti, ma ritengo che le tre più importanti siano: religione, divertimento e tradizione. Queste tre sfaccettature sono così intimamente legate, Non riesco a concepire che alla festa manchi uno o più di loro.
infatti, noi spagnoli siamo un popolo molto religioso, ed è per questo che le principali feste di tutte le città del paese, che si tratti di una grande città o di una piccola città, sono celebrati in onore di un Santo, per implorare la loro protezione. Bañeres non potrebbe essere inferiore; ci sono atti religiosi e profani nelle loro feste. Il ricordo con cui si ascoltano la messa e la predica del giorno di San Giorgio, sia i festeros che gli altri bañerenses; la solennità e il rispetto con cui tutto il popolo assiste alla processione (mancano le strade per accogliere tutta la folla che vi sfila); l'emozione con cui si ascolta “El Despojo”; i testi delle ambasciate, impregnato dall'ambasciatore cristiano di quella grande fiducia in Dio, che alla fine darà la vittoria decisiva a questa squadra, e anche la festa al cimitero, in cui migliaia di scatti salgono al cielo come una preghiera senza parole, ma molto rumoroso, con rispettoso rumore, devoto, affettuoso, implorante… Tutto questo non è altro che lo spirito profondamente religioso che si rivela attraverso gli atti indicati.
Né potevamo perdere la gioia delle nostre feste. Non possono essere concepiti senza di essa. Gravità, per atti che lo richiedono, e una gioia senza limiti come un popolo sano non può non provare, ottimista e dinamico come il nostro. I festeros si divertono a "fare la festa"; il non festivo, "Guardare la festa". C'è un altro settore di festaioli che non può sopportare quattro giorni interi di baldoria e alternare quelli della festa "attiva" con quella "passiva". Un giorno si divertono a "fare feste"; gli altri restano spettatori. La stessa policromia dei costumi festivi; i suoni armoniosi della musica che sfila eseguendo graziosi pasodoboli, la forte illuminazione delle loro calde notti, che sembra urlare forte e bello e che rende le vacanze un giorno continuo, senza oscurità; il grande rumore dei loro fuochi d'artificio, il continuo scoppio di razzi e carcasse, con i suoi colori rosso vivo, verdes, blu, bianchi, d'oro…, sotto un cielo nero; il potente boom degli archibugi…, tutto sembra invitare il bagno alla gioia, alla baldoria. e, infatti, I festaioli accettano volentieri l'invito; sembra che la gioia passi attraverso i loro pori quando passano sui carri colorati o sfilano in piazza in atto di Ingresso, quando sparano i loro archibugi, cercando di rivaleggiare con gli altri in termini di potere dei loro "trons"; quando sfilano al suono di una musica allegra, quando durante il ritiro i giovani festeros (e anche molti vecchi) si complimentano con le spettatrici, pieno di finezza e saliera, mentre distribuiscono caramelle… Le feste sono fatte per questo, per onorare San Giorgio e per divertirsi, e noi Bañerenses onoriamo il nostro Santo Patrono e ci divertiamo come ordinato.
Ma l'aspetto che più mi colpisce delle feste è il tradizionalista. Quando contemplo quei vistosi comparsas e carri decorati che sfilano all'ingresso non posso fare a meno di immaginare i nostri antenati allo stesso modo, molti anni fa, con gli stessi semi, la stessa gioia, la stessa marzialità che si evolve nella squadra, lo stesso divertimento distribuendo giocattoli (plastica o cartone, che differenza fa!), caramella, mandorle tenere, eccetera. Quando guardo quei festaioli che sparano nelle finte battaglie, Non posso fare a meno di immaginare i miei cari che sono già partiti, sparando con gli stessi archibugi e semi. Quando ascolto le ambasciate non posso fare a meno di immaginare i festaioli di una volta che parlano e ascoltano le stesse parole. Quando assisto alla "espropriazione", e mi emoziono quando lo sento, Non posso fare a meno di immaginare frasi così belle dette molto tempo fa, allo stesso modo di adesso e ascoltato con la stessa emozione presente. Quando contemplo l'atto commovente del cimitero, non posso fare a meno di immaginare i forti saluti di un tempo che i nostri bisnonni hanno mandato in paradiso come una preghiera che mi risuona nelle orecchie., come un ricordo e un omaggio a quegli altri antenati del nostro più antico, che portava il nostro stesso sangue. Quando contemplo la solenne processione non posso fare a meno di immaginarne un'altra simile fatta dai nostri antenati, con la stessa serietà, devozione e fervore che ora; Mi sembra di vedere le stesse candele di fiamme tremolanti che il vento guizza, gli stessi rulli di tamburo, lo stesso passo ritmico dei festeros con l'archibugio tra le braccia… Dietro a, l'immagine del nostro amato San Giorgio, accompagnato dai sacerdoti, autorità e musica. Quando dopo ogni battaglia alla fine dei colpi, Contemplo le truppe in fila davanti alla chiesa, umilmente inginocchiarsi a terra e inchinare l'archibugio in omaggio all'Altissimo, Non posso fare a meno di immaginare i festaioli di molto tempo fa fare lo stesso gesto di sottomissione.
Durante la lettura di questo articolo, molti potrebbero rimproverarmi per la mancanza di borse di studio. Non ho citato le date perché non le conosco e non mi sono preoccupato di cercare. Bradipo? Può essere. Ma quello che ho cercato di tradurre con un linguaggio semplice, anche se senza realizzarlo pienamente con tutta la sua grandezza, con i miei umili mezzi di espressione, Non è altro che la sensazione di un bagno prima delle nostre vacanze, e penso che molti la penseranno allo stesso modo. Per quanto riguarda l'aspetto tradizionale del Festival, vi ricordo alcuni articoli che compaiono nel nostro Programma del Festival da diversi anni., accompagnato da una fotografia, laureati: "Reminiscing". Articoli belli e commoventi degni di lode!! In essi si "ricordava" con affetto, emozione, pietà e rispetto per molti personaggi della fotografia che non erano tra noi. E cosa significa questo se non un aspetto tradizionale della Fiesta, sebbene di un tradizionalismo abbastanza recente? Ebbene, voglio esprimere lo stesso nell'ultimo punto di questo umile lavoro: evidenziare l'aspetto tradizionale delle nostre feste e sollevare un tributo a tutti i nostri antenati assenti, quelli che abbiamo incontrato e gli altri, a chi per tanti anni che sono passati non sappiamo chi fossero, ma portavano il nostro stesso sangue.
E spero vivamente che questa festa non vada mai perduta e che la sua religiosità, la sana gioia e il senso tradizionale durano per sempre.